martedì 23 maggio 2017

il Vessillo della Chiesa di Cristo - Profezia - Mons. Ottavio Michelini


"...vediamo stare una bianca figura d'uomo che s'innalza per la sua statura morale e spirituale come un gigante e regge da solo con mano ferma un Vessillo; è il Vessillo della Chiesa di Cristo che molti e potenti nemici vorrebbero strappargli ma che Egli tiene con mano sicura mentre indica a tutti la Via della Salvezza. Questo invitto Condottiero che non teme di nulla cadrà, gloriosissimo Martire, arrossando col suo sangue l'immacolata veste che indossa, irrorando così anche la Chiesa ... molti di coloro infatti che dovrebbero essere al fianco del fiero e glorioso guerriero lo hanno abbandonato passando al Nemico e anche se esternamente fingono fedeltà e obbedienza, contemporaneamente congiurano contro di Lui, ma tutte le mene e i raggiri dei nemici di Cristo, sommo ed invincibile Re dei secoli eterni, cadranno nel vuoto perché «non prevarranno»."
2 gennaio 1979, messaggio di un'anima del Paradiso a Mons. Ottavio Michelini, Italia 

mercoledì 10 maggio 2017

CHIESA VIVA : La “falce e martello”

CHIESA VIVA

 P.D.S.
Scopriamo le carte

La “falce e martello”

«Falce e martello sono entrambi simboli massonici, presenti nel “quadro di loggia” già nel primo grado di iniziazione, quello di “Apprendista”, in forma separata di martello e falce di luna. Altro che alleanza tra operai e contadini! Il martello (...) simboleggia il potere e la forza con lo stesso significato del pugno chiuso. La falce, invece, è l’emblema della filosofiaintesa come surrogato assoluto alla religione (...)»22.
Ecco la funzione del martello del comunismo: il massone Mauro Macchi così scriveva nella Masonic Review del 1874: «La chiave di volta di ogni sistema opposto alla Massoneria è il sentimento trascendentale che trasporta gli uomini al di là della vita presente (...). Finché questo sistema non sia distrutto dal martello della Massoneria, avremo una società di povere creature ingannate, che tutto sacrificano per ottenere la felicità in una esistenza futura»23.
Dovunque il comunismo abbia raggiunto il potere, il “martello della Massoneria” non ha conosciuto sosta nel perseguitare “quelle povere creature ingannate”, torturandole, mettendole a morte e seminandone di cadaveri intere nazioni! Dove questa politica genocida del “martello” non è stata direttamente applicabile, il comunismo ha ripiegato sulla politica della “falce”; quella propugnata da Engelse cioé il lavoro lungo e paziente teso a organizzare ed educare” la popolazione per ottenere il declino della religione ed estirparepoiil fondamento cristiano della società.
Ma le direttive provenivano sempre dai vertici della Massoneria! Così, infatti, si esprimevano i suoi “Capi Incogniti”, nella citata lettera al generale Garibaldi: «... è la Religione che deve essere il pensiero costante dei tuoi assaltiperché un popolo non ha mai sopravvissuto alla sua Religionee perché uccidendo la Religione noi avremo in mano e la Leggee la Proprietà (...)»25.
Ma la simbologia della “falce e martello” non si esaurisce in quanto abbiamo già esposto. E’ sempre nel segreto delle Logge che si può scoprire un altro significato più profondo: quello di “Rivoluzione Sessuale”; una rivoluzione che fa leva sul sessoutilizzandolo, unicamente, come strumento di perversione del popolo!
Il simbolo della “falce e martello” nel suo significato di perversione sessuale, si può desumere dall’interpretazione sulla natura dell’uomo della leggenda di Hiram illustrata da Mons. Meurin26: questo simbolo non è altro che l’insieme delle lettere “G” e “T”, rispettivamente simbolo della “copula tra uomo e donna” e del “culto del fallo”, capovolte e fra loro incrociate, e stilizzate sotto le forme di unafalce e di un martello per rendere irricono-scibile il loro significato scabroso e immondo!
Ecco lo stesso significato presentato, ancora, a chiare lettere: «(La lettera) “G” significa Generazione, cioè i simboli e gli atti dei culti fallici dell’antichità, l’umanità scesa nel fango, nel regno inferiore della scimmia che reputa sua ante-nata; donde la soppressione della vita soprannaturale»27.
Ora, è interessante leggere il “Dizionario massonico” del massone Luigi Troisi dove, illustrando la croce uncinata, spiega che la svastica «in Massoneria è una delle rappresentazioni G.A.D.U.» 28, vale a dire il Grande Architetto dell’Universo, il dio della sètta, Satana; e, citando la rivista ufficiale della massoneria italiana, Hiram, aggiunge che la svastica “simboleggia la copula tra l’uomo e la donna
Tra la lettera “G” e “T”, che incrociate formano la “falce e martello”, e la “svastica”, quindi, per la Massoneria, sembra non esservi alcuna differenza di significato! Entrambi sono simboli di Satana e del culto del fallo!
La “falce e martello”, quindi, è l’effige del programma della Massoneria per l’opera di corruzione dell’intera popolazione; cioé è il simbolo della seconda “tappa nella via del male”: quella dell’uomo che “combatte contro Dio”; quella che deve combattere la morale cattolica”, per assolvere, in talmodo, secondo la Massoneria, ai “Doveri dell’Uomo verso il prossimo”!
Lo aveva scritto lo stesso Capo d’Azione politica della Massoneria Universale, il Nubius, in una sua direttiva segreta del 1838: «Or è deciso nei nostri Consigli che noi non vogliamo più cristiani; dunque, non facciamo martiri! ma popo-larizziamo il vizio nelle moltitudiniChe lo respirino con i cinque sensiche lo bevanoche se ne saturino...»29.
Le parole d’ordine della Massoneria sono: Libertà, Eguaglianza, Fratellanza. Per i massoni, Libertàsignifica distruzione di ogni autorità civileecclesiastica e domesticaEguaglianzavuol dire la distruzione di ogni dignitàdignità reale e di sacerdozioFratellanzaimplica la distruzione dei vincoli della Patriadella famiglia della proprietà»30 .
Sono gli stessi Capi Incogniti della Massoneria che “svelano” al massone Garibaldi il vero significato di queste parole: Libertà,UguaglianzaFratellanzae sono sempre loro che affermano che è solo scatenando “le passioni umane”, “gli appetiti umani” e “gli odii umani” che la Massoneria riuscirà a sconvolgere la civiltà cristiana31!
Per la realizzazione di questo programma, venne fondata, il 1° maggio 1776 32, dall’Alta Finanza, capeg-giata dalla famiglia dei banchieri ebrei Rothschild33, una sètta satanica: l’Ordine degli Illuminati di Baviera che, nel giro di breve tempo, assunse il controllo delle più svariate obbedienze massoniche34.
Il programma segreto di questo Ordine condensava in sei punti le sue direttive sataniche:
1)abolizione della Monarchia e di ogni altro Governo legale;
2)abolizione della proprietà privata;
3)abolizione del diritto di eredità privata;
4)abolizione del patriottismo e della lealtà militare;
5) abolizione della famiglia, cioè del matrimonio come legame permanente, e della moralità familiare; permesso di libero amore; l’educazione dei figli da affidarsi alla comunità;
6)abolizione di qualunque
religione.
Ebbene, questo programma segreto lo si ritrova, nella sua quasi totalità, nel programma politico del “Manifesto Comunista” del 1848Il comunismoquindinon è nato nel 1848bensì nel 1776perché le sue radici affondano nelle retro-logge massoniche dell’Ordine satanico degli Illuminati di Baviera, il quale sintetizzava il suo odio verso la Chiesa cattolica e la civiltà cristiana nelle celebri frasi: «(Dobbiamostrangolare l’ultimo re con le budella dell’ultimo prete», e: «Dobbiamo distruggere tuttosenza riguardo, pensando solamente a questo: il più possibile e il più presto possibile»!
Non è, quindi, una sorpresa scoprire che i fondatori del comunismo internazionale appartenevano aquesta sètta satanica, si rifacevano alle sue idee e si alimentavano alle sue risorse finanziarie!


22Epiphanius, Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia, Litografia Amorth, Trento, p. 221.
23Mauro Macchi, deputato al Parlamento italiano, in Masonic Review, del 16 febbraio 1874.
24 F. Engels nel 1874, parlando del famoso manifesto dei rifugiati della Comune di Londra. Cfr. Chiesa viva n° 104, p. 21.
25Mons. Leone Meurin, op. cit., p. 264.
26Mons. Leone Meurin, op. cit., pp. 234-235.
27Revue Internationale des Sociétés Secrètes, Paris, 7- 6 - 1925, pp. 396-397.
28Luigi Troisi, Dizionario Massonico, Bastogi ed., Foggia, 1987.
29Nubius, direttiva segreta del 9 agosto 1838. Cfr. Enrico Delassus, op. cit., vol. I, p. 611.
30Mons. Leone Meurin, op. cit., p. 238. (Per ulteriori approfondimenti sul significato massonico atttribuito alle parole: Libertà, Uguaglianza e Fratellanza riportato nel testo, si veda, ancora, la lettera dei Capi Incogniti al generale Garibaldi).
31Mons. L. Meurin, op. cit., pp. 265-266.
32Cfr. Epiphanius, op. cit., p. 97.
33Orio Nardi, Il vitello d’oro, Linea Diretta, Milano 1989, p. 165. Vedi anche: Epiphanius, op. cit. p.87.
34Lo storico Alan Stang, nel suo libro, The Manifesto (in American Opinion, feb. 1972, p. 50) scrive che, nel 1788, prima dello scoppio della Rivoluzione francese, tutte le 266 logge del Grande Oriente di Francia erano sotto il controllo degli Illuminati. D’altra parte, l’intero Stato Maggiore della Rivoluzione faceva parte dell’Ordine degli Illuminati, compreso il duca di Orleans. Lo storico Delassus, nell’opera già citata afferma: «Il duca di Orleans, già Gran Maestro del Corpo Scozzese, nel 1772 divenne anche Grand’Oriente. I suoi congiurati gli condussero la Madre-Loggia inglese di Francia. Due anni dopo, il Grand’Oriente si affigliò regolarmente le logge di adozione. L’anno seguente, il Grande Capitolo Generale di Francia si univa pure al Grand’Oriente. Infine, nel 1781, si concluse una convenzione solenne tra il Grand’Oriente e la Madre Loggia di Rito Scozzese». (E. Delassus, op. cit. vol. I, pp. 124-125).

domenica 7 maggio 2017

Trame vaticane. Chi resiste a Benedetto XVI

Tre modi diversi di avversare il nuovo papa 


La disobbedienza dei neocatecumenali. 

Le leggende nere sul conclave. 

Il boicottaggio delle traduzioni. 


di Sandro Magister



ROMA, 19 gennaio 2006 – Le prime parole della prima lettera enciclica di Benedetto XVI, quasi un’insegna del suo pontificato, sono “Deus Caritas Est”, Dio è amore. 


Ma ai gradi alti della Chiesa non tutti sono amorevoli e solidali, con questo papa. Le resistenze ai suoi indirizzi sono tenaci e diffuse, qua e là in crescendo. E si tengono quasi tutte al riparo dell’anonimato. 

L’unica resistenza aperta, firmata, è quella che il Cammino Neocatecumenale ha opposto a una normativa papale dello scorso dicembre che ha colpito in pieno uno dei suoi capisaldi. 

Il Cammino, fondato e diretto dagli spagnoli Kiko Argüello e Carmen Hernández, è oggi il più rigoglioso dei nuovi movimenti cattolici sbocciati nell’ultimo mezzo secolo. È presente in 900 diocesi di tutti i continenti ed è forte di un milione di seguaci raggruppati in più di 20.000 comunità, con 3.000 preti e 5.000 religiose. Ha una rete internazionale di 63 seminari “Redemptoris Mater”.

Sui neocatecumenali sono piovute negli anni delle critiche, specie contro il loro ritagliarsi uno spazio separato nella Chiesa, con un proprio catechismo segreto, con propri rituali, con una propria gerarchia parallela. 
C’è una cosa dei neocatecumenali che il nuovo papa Ratzinger non accetta, e che tocca il cuore della vita cristiana: è il modo atipico con cui essi celebrano la messa (1). 

In effetti, la messa che ogni sabato sera ognuna delle 20.000 comunità del Cammino celebra, separatamente dalla parrocchia e dalle altre comunità sorelle, segue molto più i dettami del fondatore Kiko Argüello che non i canoni liturgici validi universalmente per la Chiesa cattolica. 

Invece dell’altare nell’abside c’è al centro dell’aula una grande tavola da pranzo quadrata, attorno a cui i neocatecumenali fanno la comunione seduti. 

Invece delle ostie, si dividono e mangiano un grosso pane azimo di farina di frumento, per due terzi bianca e per un terzo integrale, preparato e cotto per un quarto d’ora con le regole minuziose stabilite da Kiko. 

Il vino lo bevono da coppe, sempre stando seduti. 

L’omelia è surrogata dai commenti spontanei dei presenti, prima e dopo ciascuna delle letture del Vangelo, di San Paolo e dell’Antico Testamento. 

Ebbene, a tutto questo Benedetto XVI ha ordinato di mettere fine. L’ha fatto con una lettera consegnata a metà dicembre ai tre responsabili supremi del Cammino, Kiko, Carmen e il sacerdote italiano Mario Pezzi. La lettera è firmata dal cardinale Francis Arinze, prefetto della congregazione vaticana per la liturgia, ma fin dalle prime righe dice chiaro che queste sono “le decisioni del Santo Padre”. Seguono sei comandi inequivocabili. 

Ad esempio, per quanto riguarda la comunione, le diposizioni della lettera sono testualmente queste: 

“Sul modo di ricevere la Santa Comunione, si dà al Cammino Neocatecumenale un tempo di transizione (non più di due anni) per passare dal modo invalso nelle sue comunità di ricevere la Santa Comunione (seduti, uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece dell’altare dedicato in presbiterio) al modo normale per tutta la Chiesa di ricevere la Santa Comunione. Ciò significa che il Cammino Neocatecumenale deve camminare verso il modo previsto nei libri liturgici per la distribuzione del Corpo e del Sangue di Cristo” (2). 

Ma invece che obbedire e basta, i neocatecumenali hanno disobbedito asserendo d’essere obbedientissimi. 

Quando il vaticanista Andrea Tornielli ha dato per primo la notizia dei richiami del papa, subito il portavoce ufficiale del Cammino e suo responsabile negli Stati Uniti, Giuseppe Gennarini, ha protestato che quegli ordini erano in realtà un’approvazione (3). 

Quando il 27 dicembre www.chiesa ha pubblicato la lettera di Arinze integrale, lo stesso Gennarini ne ha messo in forse addirittura l’autenticità. Ha aggiunto che, se anche la lettera fosse autentica, “questo non cambia la sua natura di instrumentum laboris confidenziale ed interno”, privo di forza normativa. Ha ribadito che l’unica norma valida “è la conferma della prassi liturgica del Cammino da parte del Santo Padre”. E a riprova ha citato la benedizione che il papa avrebbe concesso di lì a pochi giorni alle famiglie neocatecumenali in partenza per le missioni, nell’udienza del 12 gennaio (4). 

L’udienza infatti c’è stata. E anche la benedizione. Ma c’è stato anche un secondo, sonoro richiamo di Benedetto XVI ad obbedire

“Di recente la congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti vi ha impartito a mio nome alcune norme concernenti la celebrazione eucaristica, dopo il periodo di esperienza che aveva concesso il servo di Dio Giovanni Paolo II. Sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgicici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente osservate” (5). 

Nessun commento è venuto dai dirigenti del Cammino, dopo questo secondo richiamo del papa. Risulta però che nelle 20.000 comunità sia passata la consegna di continuare come prima. 


* * *



Un seconda forma di resistenza a Benedetto XVI è quella che si manifesta nelle indiscrezioni sul conclave che l’ha eletto (6). 

Qui l’anonimato regna, anche per le gravi sanzioni canoniche che cadono sui cardinali che violano il segreto, fino alla scomunica. Ma le intenzioni sono palesi: mostrare che l’elezione di Ratzinger il 19 aprile non è stata per niente plebiscitaria, che è stata in forse fino all’ultimo, che è stata indebitamente favorita dal suo essere decano dei cardinali, che è ipotecata dall’Opus Dei, che i tempi sono maturi per un papa nuovo preferibilmente latinoamericano e che, insomma, a questi suoi limiti confeniti Benedetto XVI dovrebbe sottomettersi. 

Questo dicono, infatti, le due più diffuse ricostruzioni del conclave. 

La prima in ordine di tempo – messa in pubblico dal “Corriere della Sera” e dallo storico Alberto Melloni – indica nel cardinale Carlo Maria Martini l’antagonista e insieme il deus ex machina dell’elezione di Ratzinger. Prima raccogliendo voti a lui alternativi e poi dandogli strada, Martini avrebbe ridimensionato “una soluzione di carattere politicistico ancor più temibile”: quella per la quale avrebbe manovrato, con Karol Wojtyla ancora vivente, un movimento “con adeguata liquidità” impegnato in “un’opa sul papato stesso”. Leggi l’Opus Dei. 

La seconda ricostruzione – messa in circolo inizialmente da Tornielli su “il Giornale” e da Lucio Brunelli sul mensile di geopolitica “Limes”, poi ancora dal brasiliano Gerson Camarotti su “O Globo” e infine, pochi giorni fa, da Paul Elie negli Stati Uniti sul numero di gennaio-febbraio di “The Atlantic Monthly” (7) – si sovrappone alla precedente affiancando a Martini, come antagonista di facciata, il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio. Su quest’ultimo sarebbero confluiti fino a 40 voti: non sufficienti a far desistere Ratzinger, ma abbastanza per dimezzarne il successo. Il quale porterebbe comunque il marchio infamante della campagna svolta a suo favore dall’Opus Dei. 

Sia “Limes” che “O Globo” indicano in un singolo cardinale la fonte delle rispettive rivelazioni. In realtà queste promanano da un coro continuo a più voci, sia in curia che fuori, il cui unico comune denominatore è l’avversione a Ratzinger papa

Quanto alle campagne del preconclave, sono materia da collezione. Ad esempio, il cardinale Sepe ha puntato scopertamente per anni sull’elezione a papa del cardinale Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di Città del Messico. 


* * *



C’è poi in Vaticano una terza forma di resistenza, più sorda, a Benedetto XVI. Nei suoi primi mesi di pontificato, il papa s’è concentrato essenzialmente sulle celebrazioni liturgiche e sulla nuda parola: omelie, Angelus, catechesi, discorsi e adesso l’enciclica. Ma perché queste parole arrivino a tutto il mondo occorre almeno che siano tradotte e diffuse nelle lingue principali. 

Ebbene, un discorso di importanza capitale come quello rivolto da Benedetto XVI alla curia romana il 22 dicembre, per due terzi dedicato all’interpretazione del Concilio Vaticano II e al rapporto tra la Chiesa e il mondo moderno, per otto giorni è stato disponibile nel sito web del Vaticano soltanto nella versione italiana. Accanto alla quale è poi comparsa la francese, e dopo altri giorni la spagnola, e poi l’inglese, e poi ancora la tedesca. Insomma, quasi un mese dopo l’evento, ancora manca l’ultima delle sei versioni in cui sono tradotti di norma i testi del papa, la portoghese (8). E la stessa cosa avviene per quasi tutti gli altri suoi testi. 

Eppure il Vaticano è lo stato più poliglotta del mondo, zeppo di traduttori, e sovrabbonda di enti assegnati alle comunicazioni sociali. Enti inutili, almeno in questo. Anzi, contrari. 

Persino Benedetto XVI non ha resistito a manifestare in pubblico il suo disappunto per il cattivo funzionamento della macchina delle traduzioni. Mercoledì 18 gennaio, nell’annunciare ai fedeli che il successivo 25 gennaio avrebbe pubblicato la sua prima enciclica, si è fatto sfuggire un “finalmente”. E ha lamentato che “prima che il testo fosse pronto e tradotto è passato del tempo” (9). 

Oltre che la lentezza, risulta che non sia piaciuta a Benedetto XVI anche l’imprecisione di talune traduzioni dell’enciclica, che egli stesso ha dovuto far correggere. 

__________ 


(1) Sulla prassi liturgica del Cammino Neocatecumenale, vedi in questo sito: 



(2) Trovi il testo integrale della lettera del 1 dicembre 2005 del cardinale Francis Arinze a Kiko Argüello, Carmen Hernández e p. Mario Pezzi in: 



(3) Vedi la replica di Giuseppe Gennarini a “il Giornale”, pubblicata il 27 dicembre 2005: 



(4) Più precisamente, dopo che la lettera del cardinale Arinze era stata resa pubblica da www.chiesa, Gennarini è intervenuto a commentarla due volte. Con un’intervista all’agenzia internazionale Zenit uscita il 1 gennaio 2006: 


E con una lunga lettera on line del 6 gennaio al sito www.jimmyakin.org: 


Nel finale di questa sua lettera Gennarini fissava in 4 punti l’interpretazione che il Cammino Neocatecumenale dava alle disposizioni vaticane. In pratica invalidandole. Così: 

“1. Si tratta di una lettera privata il cui reale contenuto è noto solo al cardinale Arinze, a Kiko Argüello, a Carmen Hernández e a padre Mario Pezzi. Qualsiasi uso di un documento privato per imporre un pubblico provvedimento è completamente illegittimo e improprio. 

“2. Se anche qualcuna delle persone sopra menzionate dovesse confermare che i contenuti di questa lettera sono autentici, ciò non cambia la sua natura di instrumentum laboris (strumento di lavoro) confidenziale ed interno. Considerare questa lettera come avente la forza di una norma sarebbe come considerare l’instrumentum laboris del sinodo sull’eucaristia come il documento finale del sinodo. 

“3. L’iter stabilito dalla Santa Sede riguardo al cammino Neocatecumenale prevede che ogni decisione deve essere approvata congiuntamente dalla commissione interdicasteriale (pontificio istituto per i laici, fede, liturgia, clero e catechesi, educazione cattolica). Questa lettera è solo un momento del processo dell’interdicasteriale. 

“4. Il solo documento sinora approvato congiuntamente sono gli statuti, che sono molto più espliciti del contenuto della lettera. Alla fine del periodo ad experimentum tutte le cinque congregazioni prenderanno le decisioni ufficiali. Ciò che per ora vale come norma è la conferma della prassi liturgica del Cammino da parte del Santo Padre”. 


(5) Il discorso completo di Benedetto XVI ai neocatecumenali, il 12 gennaio 2006: 


Il giorno precedente, in un comunicato, il Cammino aveva ancora una volta ribadito che “la Santa Sede ha approvato la prassi liturgica del Cammino Neocatecumenale”. 


(6) Vedi in questo sito, a proposito del conclave del 2005: 




(7) Sulla ricostruzione di “The Atlantic Monthly”, vedi la recensione critica di Alejandro Bermudez nel suo blog “Catholic Outsider”, 12 gennaio 2006: 



(8) Del discorso del 22 dicembre del papa alla curia, www.chiesa ha diffuso il giorno dopo l’ampia sezione dedicata al Concilio Vaticano II, in italiano e nella versione inglese ripresa dall’agenzia “Asia News”: 



(9) Il testo completo dell’annuncio: 


__________ 


Vai alla home page di > www.chiesa.espressonline.it, con i lanci degli ultimi articoli e i link alle pagine di servizio. 

L’indirizzo è > s.magister@espressoedit.it 

__________ 


Sandro Magister cura anche un blog quotidiano, sempre sulla Chiesa, con segnalazioni, interventi, commenti: 






__________

19.1.2006 

sabato 6 maggio 2017

Benedetto XVI - nell'opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi


Gran consolazione leggere questi messaggi 'profetici' che non 

conoscevo ancora su Papa Benedetto XVI. Deo gratias et Mariae!



Opera scritta dalla Divina Sapienza 


per gli eletti degli ultimi tempi



Gesù, 20 aprile 2005

[...] Vi ho fatto Dono di un nuovo Papa, su di lui effonderò le Mie Grazie speciali e le Mie Benedizioni, lo guiderò nel suo cammino e la terra si arricchirà per la sua opera indefessa. Ancora una voce forte ci sarà per il mondo, tutti la sentiranno, ma, ti dico, che pochi la seguiranno, un gran numero resterà affondato nel suo errore e non avrà scampo. [...] Amata sposa, nessuno lasci passare invano questo momento di Grazia, ma lo colga istante dopo istante.
Nel momento della prima benedizione di Benedetto, il nuovo Papa, sul mondo è caduta una pioggia di Grazie fitta fitta, la terra ne è stata inondata, beato l’uomo saggio che ne ha fatta buona scorta.
Mi dici: “Adorato Signore, so che con quella benedizione è stata lucrata l’indulgenza plenaria urbi et orbi, Ti ringrazio per il grande Dono del Tuo Amore”.
Amata sposa, la benedizione della quale parli è stata speciale, chi degnamente l’ha colta si è arricchito di Grazie uniche che utilizzerà nel momento grande della sua vita. Il mondo, ricco nello spirito, si è arricchito ancora di più, ora il suo scrigno è colmo di ricchezza unica. 
Non a caso ho suggerito, a questo nuovo Papa, il nome di Benedettoegli* è stato una Luce fulgida in tanto buio, così farò brillare la Mia Luce speciale attraverso questo Benedetto, così come feci col suo predecessore. Una grande Luce brillerà, squarcerà il buio fitto dei cuori, ma i ciechi volontari non La vedranno né i sordi udranno le Parole di Vita Che Io, Io, Gesù, pronuncerò attraverso di Lui. Non rattristarti per questo, amata sposa, vieni nel Mio Cuore, godi, anche in questo giorno, le Delizie del Mio Amore. Ti amo.
Vi amo.  Gesù

*egli = San Benedetto da Norcia

Maria Santissima 20 aprile 2005
“Figli cari e tanto amati, benedite Dio con tutto il cuore per questi grandi giorni che vi dona nel Suo Amore Immenso. Le Grazie scendono copiose nel mondo, ognuno Ne faccia tesoro. Nel momento della prima benedizione del nuovo santo Padre, il Cuore Meraviglioso e Santissimo di Dio si è aperto ed ha lasciato cadere immensi tesori nel cuore di coloro che erano aperti al Suo Amore ed in Grazia Sua. Sono Doni di fortezza, di perseveranza, di solidità nella fede; ecco, una pioggia meravigliosa ha inondato i cuori e li ha preparati ad affrontare il futuro incisivo e forte. [...]


Figli amati, come Mi è gradita questa vostra preghiera che scaturisce da cuori ardenti d’amore per Gesù, per Me, per l’intera Umanità. Ebbene, come prima cosa porterò le vostre orazioni a Mio Figlio Santissimo, poi, come chiedete, piccoli tanto cari, poserò la Mia Mano sul capo di Benedetto XVI, gli ispirerò pensieri santi che lo aiuteranno nel suo difficile compito. Metterò nel suo cuore una Scintilla del Mio Amore, perché con Questa egli possa incendiare il mondo; unirò il suo anelito al Mio di Madre Universale, non sarà mai solo nel reggere la Chiesa santa, sempre sarò con lui nel suo pontificato. Ora, il suo cuore è un po’ turbato per il compito grande e meraviglioso affidatoGli da Gesù, ma, fra poco, ogni turbamento diverrà grande gioia per la chiamata forte alla santità. Gesù, in questo momento, parla dolcemente al suo cuore e gli infonde nuovo Vigore e grande Pace, gli dice: “Non avere paura, servo fedele ed amato: ti ho scelto, ti ho chiamato; ora, tu sei in Me, Io sono in te, vedrai quante Meraviglie compirò in te e tramite te nel mondo”. Questo gli dice mentre riempie di grande Dolcezza il suo cuore un po’ turbato. [...] 

Gesù, 22 aprile 2005
Eletti, amici cari, gioite ed esultate in Me; vi ho dato una Guida secondo il Mio Cuore, le vostre preghiere sono state esaudite, le suppliche non sono state vane, Io, Io, Gesù, opero nella mente del Mio Vicario, sono nel suo cuore, gli trasmetto l’anelito della Mia Anima. Avete una guida sicura, dolci amici, non temete, non tremate, seguitela e vi condurrà al Porto sicuro. Ecco, vengono per l’Umanità i giorni duri e difficili, ma la guida è forte e sicura, non volge né a destra né a sinistra, procede senza deviazioni di sorta perché Io, Io, Gesù, vivo e palpito in lui. Amici cari, quando la guida è forte della Mia Forza, la barca procede bene, Io manderò un vento favorevole e terrò saldo il timone assieme a lui. Esultate in Me, amici del cuore, vedrete compiersi proprio in questo tempo difficile le Mie più grandi Meraviglie.
 Sposa amata, diMMi, è lieto il tuo piccolo cuore? Forse che non ho esaudito la tua fervida preghiera per una guida sicura in un tempo difficile di ribellione ed ostilità verso la Mia Chiesa? [...] Come puoi constatare, le guide che ho scelto negli ultimi anni sono tutte illuminate e sapienti, vedi come il Mio Cuore vuole portare l’Umanità tutta al Porto sicuro? I fatti incisivi accadranno, sposa amata, ma il Mio Vicario indicherà la strada da percorrere; ascoltate le sue parole, sono Io che le metto nel suo cuore, sulle sue labbra: il mondo ha un’altra stella fulgida da seguire. [...] 


Sposa amata, davanti a Me non c’è un passato, un presente, un futuro, davanti ai Miei Occhi c’è un eterno presente. Vedo ciò che accade, ma anche quello che accadrà; amata sposa, la guida che vi ho donato è certo sicura e forte, camminerà sulla strada che Io gli indico senza deviare né a destra né a sinistra, ma molti, ti dico molti, non capiranno il gran Dono e non si lasceranno guidare. 

Il ribelle, con una guida sicura, dovrebbe lasciare la sua ribellione; il cieco volontario dovrebbe lasciare la sua cecità ed aprirsi alla Luce; il sordo dovrebbe aprire gli orecchi alla Parola Santa; così dovrebbe accadere, amata Mia sposa, ma così non accadrà. [...] 

 "... Amata, le preghiere dei Miei amici, specialmente quelle delle Mie dolci spose, hanno ottenuto il Dono di un nuovo grande Papa, Benedetto XVI.  Io, parlando al suo cuore gli ho suggerito questo nome perché è tutto un programma. Come allora Benedetto illuminò, con la Mia Luce, il mondo caduto nelle tenebre, così, oggi, esso ha bisogno di uscire dall’abisso cupo di paganesimo nel quale è caduto. Questo Papa sarà luce fulgida e sfolgorante per un mondo ritornato pagano e gelido nel cuore. Ecco, egli Mi parla supplicando il Mio Aiuto ed il Mio Consiglio, Io, Io, Gesù, sono accanto a lui e lo tengo per mano, la Madre Mia Santissima gli sorride per incoraggiarlo nell’arduo cammino. 
Amata sposa, egli, nel suo cuore, non desiderava questo incarico, ma Io glielo ho assegnato e lo sostengo. Ha ricordato le parole di Gesù a Pietro quando disse: “Da giovane sei tu che ti vesti e vai dove vuoi, ma quando sarai anziano un altro ti vestirà e ti porterà lì dove non vorresti andare”. Amata sposa, vedi la Mia Azione sugli amici fedeli? Non sono loro che decidono il da farsi, ma Io li lascio fare per un po’ poi cambio la loro rotta secondo la Mia Volontà. [...] 


Amata Mia sposa, dolce colomba, bene dici quando ripeti che il Mio Cuore non è mai pago di donare. Infatti, come vedi, ad un mondo, dove sono tanti i ribelli e gli stolti non si contano oltre a quelli che non sanno distinguere la destra dalla sinistra, ho mandato un’altra luce fulgidissima: è Benedetto XVI, anche egli tutto Mio e di Mia Madre Santissima. Io farò cose grandi attraverso di lui. [...] 
                                                              






AVE MARIA!
Peccatorum miserere